Immobiliare e Social, intervista ad Olivati - SocialWebMax

Il settore immobiliare tenta di rialzare timidamente la testa dopo un periodo che l’ha visto ridimensionare drasticamente fatturato e posti di lavoro (chi scrive ne sa qualcosa n.d.r.), quanto possono essere utili i Social Network agli addetti ai lavori?
Possiamo immaginare che una casa per la vita si scelga su Facebook?

Il binomio immobiliare e Social Network ha, in Italia, un precursore davvero esperto che ha saputo, negli anni, coniugare la professionalità con la simpatia e la socialità virtuale.
Abbiamo quindi pensato di chiedere questa ed altre curiosità a Giuliano Olivati.

 

D – Da quanto tempo utilizzi i Social Network e perché li usi?

R – Domandone! Facebook credo dal 2007, Twitter dal 2009 (ma per un anno l’ho lasciato in sonno perché non capivo come cavolo usarlo), poi sono arrivati gli altri.
Perché li uso? Impossibile farne a meno, a meno di non voler vivere nascostamente nel giardino di Epicuro. Oggi tutto è social e sta sui social, persino le suore di clausura sono social, che è un po’ come la quadratura del cerchio.

D – Fai un uso dei Social Networks più personale o professionale?

R – Non esiste questa distinzione per un agente immobiliare, che per definizione è in piazza, partecipa alla vita della comunità, si interessa del sociale e di politica… oggi la piazza del paese si è trasferita sul web 2.0. Da piccoli noi baby boomers giocavamo come scugnizzi nei cortili dei condomini, oggi i cortili si chiamano Facebook e Twitter.

immobiliare e social - interazione necessaria - SocialWebMax

Immobiliare e Social, un binomio possibile e necessario.

D – Immobiliare e Social, quanto l’uso di questi ultimi ha influito ed influisce ogni giorno nella tua professione?

R – Non esiste per me una soluzione di continuità tra online e offline, oggi siamo sempre online, soprattutto su Twitter, flashando i momenti importanti della giornata, anche professionale (sulla mia lapide scrivete: @olivati). La mia è una filosofia di vita “mattona”, per me tutto è sempre case-case-case, e questo sia quando lavoro che quando mi riposo o vado a fare un giro la domenica postando le foto.
Altra passione ottima per essere veicolata su Twitter è la politica, che si coniuga con l’immobiliare attraverso l’urbanistica. Le case con la loro forma, altezza e densità, la loro disposizione a formare i piani di lottizzazione e i quartieri, le strade che le collegano, i servizi, il verde urbano: questa è la qualità della vita percepita dai cittadini. Un’urbanistica sana rende sana la vita e la mente della gente, un’urbanistica sbagliata porta tutto fuori fase (pensiamo alle Vele di Scampia, non hanno creato certo loro la criminalità endemica ma ne fanno da habitat ideale).

D – Oltre 19.000 followers su Twitter, oltre 600 followers e più di 1milione di visualizzazioni su Google+, poco meno di 5.000 amici su Facebook, quasi 200 followers su Pinterest. Cos’hai contro Instagram? Scherzi a parte… quale preferisci e perché?

R – Hai dimenticato i 295 che mi seguono su FB oltre alla platea degli amici, eh! 🙂
Sulle differenze tra i social si possono fare tante tesi di laurea.

  • Facebook è la madre di tutti i social e senza non sarebbero venuti gli altri (anche se non fa figo ricordarlo). FB è come Rai Uno, nazionalpopopolare e lì sopra li becchi tutti, dalla casalinga (inquieta) di Voghera al professore universitario.
  • Twitter è un social che ha cambiato il modo di pensare, parlare e scrivere e credo di conseguenza anche la struttura della rete neuronale (cervelloni, indagate), è lo stream of consciousness puntiforme della nostra vita, è il beat della nostra giornata, è un organismo sovrapersonale a struttura retiforme, nuovo stadio dell’evoluzione umana (sarebbe contento il vecchio Teilhard de Chardin). Se mi lasciassero scegliere un unico social, quello sarebbe Twitter (ma non ditelo a mia moglie, anzi #lamoglie).
  • Pinterest è visuale e femminile, e sono le donne a scegliere le case.
  • Linkedin (sono anche lì, ti eri distratto) serve sostanzialmente alla diffusione di un profilo professionale, almeno per me che non ho tempo di infilarmi nei gruppi di discussione.
  • Google+ con le sue foto gli album i tools ecc è uno strumento professionale a costo zero, del resto io sono googolato in tutto e per tutto quindi impossibile non essere G+.
  • Instagram? Vedremo, non è un po’ troppo fighetto? 🙂
immobiliare e social - Giuliano Olivati - SocialWebMax

Giuliano Olivati in azione “Social”.

D – Mi hai colto in castagna 2 volte (lo sai che dovrò linkare Wikipedia per la citazione di Teilhard de Chardin, vero?)
Il tuo sito è, in realtà, un blog nel quale proponi riflessioni, dati economici ed immobili in vendita, senza la classica “galleria” o “mappa di ricerca” che adottano quasi tutte le agenzie immobiliari. Come mai?

R – Perché il mini-portale con le animazioni in flash ha fatto il suo tempo, e oggi i blog sono il modo più efficace di realizzare una comunicazione attraverso il web. Il mio blog, www.olivati.com, usa la piattaforma Blogger di Google e ha ben due motori di ricerca in bella vista, per cui se tu digiti “trilocale bergamo condominio canarie” lo trovi.
Perché non faccio una sezione “pensierini” distinta dagli annunci commerciali? Ma perché questa distinzione non esiste, io sono un agente immobiliare professionale, vendo e affitto case e parlo di case, senza soluzione di continuità.

D – Il tuo impegno verso l’aggiornamento tecnologico e la “socializzazione” degli agenti immobiliari si traduce spesso in corsi e meeting, organizzati dalla Fiaip Bergamo (della quale Olivati è Presidente n.d.r.).
Quindi “condividi” anche quando sei offline. Non sei geloso dei tuoi segreti?

R – Ma quando mai? Insegno anche marketing e webmarketing immobiliare al corso per l’esame abilitante alla professione di agente immobiliare tenuto dalla camera di commercio, quindi sono solo felice di condividere. Alla fine quel che si riceve dagli altri è sempre almeno pari a quel che si dà.

immobiliare e social - la casa si compra sui social - SocialWebMax

Immobiliare e Social: la casa si sceglie su Facebook?

D – Sei pronto per Periscope? A quando i virtual tour in diretta nelle case?

R – Attendo l’app per Android! Però attenzione, i consumatori le case devono venire a vederle e “vivere” di persona, i video e il live streaming servono solo come antipasto per un’esperienza 3D diretta e naturale. Anche per trovare l’ammòre si può cominciare con la cam, ma poi tocca passare al caro vecchio incontro in carne ed ossa 🙂

 

Ringraziamo Giuliano Olivati per la simpatia, la disponibilità e l’analisi che ci porta a pensare che immobiliare e Social non possano più stare troppo lontani.

Agenti immobiliari in ascolto: adeguatevi!

Content marketing - serio, ma non troppo - SocialWebMax

Abbiamo già visto quanto sia indispensabile il content marketing nella strategia comunicativa di chiunque voglia proporsi nel web (aziende, professionisti, commercianti, artigiani, blogger, eccetera), oggi vogliamo concentrarci sul miglior linguaggio da utilizzare per instaurare rapporti duraturi e reciprocamente soddisfacenti tra chi scrive e chi legge.
 

Essere seri o usare un linguaggio serio nel content marketing?

Iniziamo mettendo le mani avanti ed ammettendo che non abbiamo ancora trovato una risposta esaustiva a questa domanda, tuttavia crediamo fortemente nella ricerca e nel confronto aperto e siamo quindi sicuri che saprete aiutarci con i vostri commenti. 🙂

Nell’approccio iniziale con i clienti e nei confronti periodici con essi, notiamo, con sempre maggior frequenza, il tono quasi perentorio con cui professionisti ed imprenditori chiariscono di voler mantenere un profilo autorevole: “…creiamo il blog ma che sia serio e professionale, altrimenti che figura ci facciamo?“.
Puntualmente cerchiamo di bilanciare la loro posizione invitandoli a lasciare spazio anche ad un po’ di misurata leggerezza, garantendo loro che sapremo comporre al meglio la giusta ricetta per un linguaggio professionale, senza dover rinunciare ad un po’ di “confidenza” con i lettori.
Solitamente ci riusciamo senza tuttavia dissipare in noi il dubbio che sia realmente la strada giusta da seguire.
 

Cosa ne pensa la rete?

Cinzia Di Martino, blogger ed esperta di comunicazione che seguiamo sempre con interesse, inserisce il “divertimento” tra i 5 ingredienti indispensabili per coinvolgere il proprio pubblico ed avere un sito/blog di successo.

Divertire. E’ l’elemento che funziona di più in assoluto: tutti abbiamo bisogno di ridere e divertirci, ci fa stare meglio; strappa un sorriso a chi ti segue e goditi l’incremento delle interazioni.

Gli autori di Web Marketing Tools entrano nel dettaglio, distinguendo tra umorismo e divertimento misurato:

“ti sconsiglio di fare un uso esagerato dello strumento dell’umorismo, in quanto potrebbe indurre in confusione l’utente. Viceversa, un umorismo misurato viene in genere apprezzato dagli utenti, in quanto contribuisce a rendere il testo più brillante e piacevole.
Ovvio, è maledettamente difficile informare, divertire e incuriosire l’utente, ma è necessario provarci, sempre!”

Molto interessante il punto di vista di Rudy Bandiera, affermato esperto di comunicazione web e non solo, che affronta l’argomento all’interno di una riflessione più ampia circa l’opportunità o meno di creare esclusivamente contenuti verticali, specifici e mirati. Non entra dunque nel merito del linguaggio ma addirittura dei singoli argomenti da trattare:

Se ogni 5 cose che scriviamo 4 riusciamo ad alleggerirle nei toni o riusciamo addirittura a renderle “frivole”, avremo l’attenzione su di noi anche quando vogliamo colpire nel segno: ogni 5 cose che dici fa che 4 siano divertenti.

 

Può un notaio divertire? Ed un medico?

Content marketing - serio, ma non troppo 2- SocialWebMax

Immagine: LawInfo.

 

Abbiamo volutamente scelto un paio di professioni che vengono riconosciute come serie, esercitate da persone indubbiamente preparate ed autorevoli.
Vi è mai capitato che, prima di un atto o di una visita specialistica, il professionista in questione “alleggerisse l’ambiente” con qualche sorriso o magari con alcune misurate battute spiritose?

In quel momento, nessuno avrà mai pensato che il notaio od il medico stessero perdendo la loro autorevolezza e preparazione, che sarà stata ampiamente dimostrata in seguito.
Tuttavia ricorderemo che questo loro atteggiamento ci ha aiutati ad entrare in empatia, a sentirci a nostro agio e, incredibile a dirsi, ad accrescere il nostro livello di attenzione nel momento in cui il tono della conversazione ha poi preso una piega decisamente più seria.

Questo perché la parentesi simpatica, la frase divertente, fanno parte della “strategia di marketing” volontaria od involontaria che ognuno di noi mette in atto offline, quando conosce persone nuove, anche in ambito professionale e lavorativo.

 

Può valere lo stesso anche nel content marketing?

Vi abbiamo riferito alcuni punti di vista interessanti ed abbiamo ragionato insieme, attraverso degli esempi, su ciò che accade normalmente nella vita “non connessa alla rete“, per poi concludere con la stessa domanda iniziale alla quale, lo abbiamo già ammesso, non sappiamo dare una risposta.

In linea teorica, la soluzione al quesito potrebbe essere quella di diversificare la strategia a seconda della “voce narrante: il blog di un notaio potrebbe mantenere un linguaggio molto professionale per i contenuti statici e riservare un tono più colloquiale e disteso per rispondere ai quesiti o interagire nei propri canali Social; allo stesso modo, ad un negozio di articoli per subacquei converrebbe pubblicare contenuti emozionali e divertenti, riservando un tono più tecnico e professionale per rispondere alle domande dei potenziali clienti, onde lasciar intendere il tipo di assistenza che riceveranno quando arriveranno in negozio.

Il notaio non ha bisogno di dimostrare le sue competenze attraverso il linguaggio, è notaio.
Al contrario un rivenditore di beni consumabili può distinguersi dalla concorrenza proprio mostrando la sua competenza (anche) attraverso un linguaggio più tecnico.

 

Siamo qui per imparare!

Ora tocca a voi: quale deve essere, secondo la vostra esperienza, il linguaggio da usare in un blog o su un account Social professionale?

Noi ci limitiamo a dire che…

“non prendiamo mai troppo sul serio chi si prende troppo sul serio.”

se mi cerco non trovo il mio sito - perché - SocialWebMax

È una domanda sempre più frequente da parte di nuovi clienti, amici o conoscenti i quali, avendo appena messo online il loro nuovo sito, si rivolgono alla divinità delle ricerche mondiali, Google, con la certezza di trovarsi nelle prime posizioni digitando qualsiasi cosa abbia a che fare con la propria attività o, quantomeno, ricercando sé stessi. Puntualmente essi vengono delusi.

Non trovo il mio sito, ma perché dovrei?

Cominciamo con il chiarire che l’intento primario dei motori come Google è quello di restituire il miglior risultato a chiunque effettui una ricerca. Può apparire scontato ma è bene tenerlo a mente quando, presi dall’entusiasmo di aver appena pubblicato un sito, ci aspettiamo che quest’ultimo si trovi in cima ai risultati di ricerca. Proviamo a metterci nei panni di Google e, siamo onesti, quel sito appena apparso in rete… chi lo conosce?

Che garanzie può darmi di soddisfare i miei adorati “ricercatori“?

Anche in seguito a recenti modifiche, Google sta rivoluzionando la SERP (search engine research page – pagina dei risultati del motore di ricerca), assegnando punteggi sempre più alti sia in base ai link ricevuti (altri siti che indirizzano traffico verso il nostro) che ai link in uscita, intesi come fonti autorevoli delle informazioni inserite nelle pagine.
Questo perché, anche in rete, la fiducia è un valore che cresce nel tempo e non può essere conquistato semplicemente perché lo si vuole o perché si ritiene, pur giustamente, di meritarlo.

Ho pagato, ma ancora non trovo il mio sito.

Può essere una buona idea quella di mettere il turbo alle ricerche, attraverso campagne pubblicitarie AdWords, puntando su alcune keywords (parole chiave) e facendo in modo che il nostro sito appaia tra i primi risultati, in alto o nella colonna di destra.

esempio google adwords - socialwebmax

Esempio di annunci Google AdWords.

 

Bisogna tuttavia sapere che, anche nel caso di annunci a pagamento, Google non può rinunciare del tutto al suo scopo principale, quello che abbiamo ricordato all’inizio: restituire il miglior risultato a chiunque effettui una ricerca. Come abbiamo già spiegato in precedenza, la pertinenza e l’autorevolezza incidono considerevolmente sui costi e sull’efficacia delle campagne AdWords.

Ne consegue che se la campagna sarà pianificata senza la dovuta attenzione, selezionando parole chiave troppo generiche, annunci vagamente interessanti e puntando a pagine poco pertinenti, otterremo un basso quality score e quindi il costo per visualizzazione o per click diventerà proibitivo e non riusciremo ad apparire in prima pagina.

Vediamo insieme come Google spiega il quality score:

Quindi inutile illudersi di scalare i risultati di SERP semplicemente pagando molto: bisogna lavorare sui contenuti, analizzare bene le keywords e creare annunci impeccabili per poter primeggiare.
Avendo fatto bene “i compiti” si scoprirà che i costi saranno decisamente inferiori alle previsioni ed i risultati sorprendentemente positivi!

Autopromuovere il mio sito.

Può sembrare scontato ma molti si dimenticano di promuovere sé stessi all’interno della propria rete sfruttando, ad esempio, i Social Networks.
Non stiamo certo istigando allo spam più selvaggio, sia chiaro, ma un po’ di sana autopromozione permetterà ai nostri amici di seguire ciò che facciamo e, magari, di condividerlo.
Si tratta in fondo di investire del tempo e di “metterci la faccia“: per cosa dovremmo metterla, se non per noi stessi?
Anche i Social Network contribuiscono all’autorevolezza del sito quindi, a partire da Google+ che assegna maggior punteggio (concediamo un po’ di partigianeria al primo motore di ricerca), è bene essere presenti e farsi sentire.

autopromozione - SocialWebMax

Tra i nostri contatti Social ci sono sempre persone interessate al nostro sito e a ciò che noi abbiamo da dire, provare per credere!

 

È ovvio che, per ottenere i migliori risultati dai Social Network, è consigliabile rivolgersi ad un professionista che saprà cosa, come e quando pubblicare allo scopo di ottenere il massimo coinvolgimento, suggerendo eventualmente anche delle campagne promozionali per dar maggior visibilità ai contenuti, all’interno del target desiderato.

Non trovo il mio sito? Soluzioni: ricapitoliamo.

Se non trovo il mio sito posso intervenire in vari modi:

  • Contenuti: sono la cosa più importante, il web è vorace di materiale nuovo, originale, utile, genuino e gratuito. Diamo al web ciò che vuole e ci ricambierà in traffico.
  • Autopromozione: devo utilizzare tutti i canali a disposizione, online ed offline, per promuovere il mio sito. Social Network, biglietti da visita, sms, ecc. Ogni mezzo che porti traffico al mio sito mi aiuterà ad accrescere l’autorevolezza ed il posizionamento.
  • Link: sia in entrata che in uscita, mai scordarsi di citare e linkare le fonti da cui provengono dati, immagini, riferimenti. I link accrescono l’autorevolezza del sito.
  • SEO: controllare attentamente che il sito sia ottimizzato per i motori di ricerca, è un lavoro indispensabile per non vanificare ogni altro sforzo. Meglio rivolgersi a chi è del mestiere.
  • Pubblicità: è utile “spingere” il sito in alto, con Google AdWords, campagne Social o altro da concordare, eventualmente, con un professionista di Web Marketing.
  • Tempo: quello necessario ad arrivare in cima. È un ingrediente che non posso acquistare ma che è fortemente meritocratico, si accorcerà quanto meglio avrò agito per accrescere l’autorevolezza del mio sito.

Per maggiori informazioni contattaci.

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