Nel corso della Social Media Week Rome #SMWRME abbiamo ascoltato, con molto interesse, la conferenza dal titolo “Cosa sta succedendo ad Expo2015” della quale vogliamo ora proporvi una sintesi.
Ad “aprire le danze” è stato Giacomo Biraghi (Digital & Media PR di Expo2015) che, con entusiasmo davvero incontenibile, è descritto in breve le caratteristiche dell’evento Expo.
Abbiamo quindi scoperto che si tratta di un format che viene venduto agli stati, organizzato ogni 5 anni (ne esiste una versione minore che può essere organizzata in mezzo a due universali) ed è un parco a tema, grande famiglia della quale fanno parte anche i casino, le navi da crociera ed i parchi divertimenti.
Esistono alcuni condizioni indispensabili, caratteristiche peculiari dell’evento Expo:
- Nuova struttura: tutto deve essere costruito ex novo e devono esserci molte attrazioni.
- Molte code: deve esserci attesa per assistere ad eventi e padiglioni (si è arrivati a 2 ore per quello del Brasile).
- No museo: Expo è un’esperienza che si ripete tra i 7 ed i 50 minuti.
- Migliaia di eventi: devono essere previsti, inclusi quelli organizzati dai singoli padiglioni ma non solo.
- Target: sono le famiglie.
- Cadenza: uno ogni 5 anni, che sia ambizioso ed irripetibile.
- Durata: unico evento di queste dimensioni ad avere una durata limitata e stabilita.
- Rimozione finale: tutte le attrazioni devono essere rimosse al termine.
- Condominio: Expo ha una modalità di gestione a condominio, ci sono 146 stati, per un totale di 412 condomini.
- Vincitori e protagonisti: l’unica olimpiade dove tutti vincono la medaglia d’oro e tutti sono protagonisti.
- Tema: deve essere scelto un tema di interesse generale. Senza contenuti, senza riferimenti geografici e che sia politically correct.
Quanto all’Expo2015, Biraghi ha voluto chiarire alcuni aspetti importanti che stridono oggettivamente con il disfattismo che lo ha preceduto nei media:
“Expo2015 è il primo expo nella storia ad aver aperto con tutti i padiglioni visitabili.”
“Expo2015 è il primo expo ad aver venduto 10 milioni di biglietti prima dell’apertura.”
I dati ufficiali sono di 2,7 milioni di visitatori, e 15 milioni di biglietti venduti al 31 Maggio. La stima è di raggiungere i 20 milioni di visitatori totali.
Senza alcun tono polemico, Giacomo Biraghi ha poi voluto chiarire alcuni aspetti importanti riguardo l’evento Expo2015, definiti “errori di informazione“:
- Expo non è un evento salvifico, è un format.
- Expo non è una fiera, è un parco a tema.
- Expo non è a Rho, non è a Fiera Milano, è in un’area del Comune di Milano che tornerà come prima.
- Expo è un evento popolare.
- Expo non ha come target politici, giornalisti o intellettuali, ma famiglie.
Passando poi al periodo che ha preceduto l’apertura, Biraghi è stato diretto:
“Purtroppo 7 alti dirigenti di Expo, bastardi…, sono stati coinvolti da indagini ed hanno poi patteggiato, rovinando l’immagine di un evento straordinario.
Ma dal 1 Maggio c’è stata un’inversione di tendenza, grazie ai fatti.“
Expo2015: la strategia social.
Expo2015 è in effetti il primo grande evento dell’era social, è stato creato un sito dove vengono pubblicati tutti i documenti interni: www.socialmediaexpo2015.com.
La strategia che si è scelta è
“riverberare e condividere la grande massa di contenuti creati da partner, espositori e utenti. Produciamo poco, condividiamo molto.“
Molto spazio viene dato alla parte fotografica, con l’uso dei social come Instagram ed i numeri di engagement planetaria sono soddisfacenti.
Expo in Città.
Di seguito ha preso la parola Alvise De Santis, spiegando il progetto “Expo in Città“, nato a Maggio 2014 per riunire tutti gli eventi in contemporanea con Expo2015.
Ad oggi sono stati inseriti ben 37.000 eventi.
Il sito è in crowdsourcing, una modalità coraggiosa ma coinvolgente e democratica di inserimento e promozione degli eventi.
“Noi non abbiamo inserito alcun evento, si è solo creata la piattaforma, il calendario.“
Altra importante caratteristica del progetto è che il sito non chiude mai, cioè si è sempre in tempo per inserire eventi online.
In contemporanea si è creata una app “aperta”, lasciando cioè che fosse in competizione con altri sviluppatori, lo scopo era ed è la visibilità.
“Molte idee brillanti sono arrivate dall’esterno, ad esempio una società che produce stampanti per scontrini di bar e ristoranti ha proposto di inserire, nei conti dei clienti, i 4 eventi che si svolgeranno nelle prossime ore nei dintorni. Esempio pratico di strategia win-win.“
I costi dell’operazione sono stati coperti dalla Camera di Commercio e dal Comune di Milano ma questo strumento dovrà rimanere attivo:
“È il più grande calendario al mondo che raccoglie eventi.“
Sempre riguardo ai costi, le traduzioni sono state fatte da volontari ed associazioni che hanno collaborato gratuitamente.
L’invito è dunque a scaricare una delle app e ad andare sulla mappa per scoprire la moltitudine di eventi presenti per ogni tipo di interesse.
Chissà si si potrà replicare anche a Roma, in occasione del Giubileo?
Il sentiment social verso Expo2015.
A conclusione del panel, Andrea Ceron (ricercatore per l’Università di Milano e vicepresidente di Voices from the Blogs) ha mostrato alcune slides con i dati relativi al sentiment della rete, tra aspettative e realtà, emersi dall’analisi di oltre 600 milioni di post..
Ci è parsa interessante l’evoluzione del sentiment su Expo2015:
- 2011: “non ce la faremo”,
- 2012: “rischio infiltrazioni”,
- da inizio 2015: è cresciuto in modo esponenziale il numero di mention.
Il sentiment è parso sempre abbastanza positivo, con ovvi picchi negativi in corrispondenza degli scandali.
“Anche grazie ai noexpo è accresciuto il coinvolgimento dei proexpo.“
È emerso poi che gli Italiani sono molto confusi su cosa sia Expo (una mostra, un evento, una festa, un museo, un parco…).
Piacciono molto le architetture (oltre al 50%), poi i contenuti ed infine gli eventi.
Abbiamo anche la hit parade dei padiglioni più amati dagli italiani:
- Francia,
- Cina,
- Azerbaijan e Svizzera.
Per gli stranieri, invece, i padiglioni preferiti sono:
- Italia,
- Regno Unito
- Giappone.
Intervista a Giacomo Biraghi (Digital & Media PR di Expo2015).
A margine della conferenza, abbiamo rivolto qualche domanda a Giacomo Biraghi, ecco cosa ci ha risposto.
D. Digital & Media PR di Expo2015, in pratica Giacomo che lavoro fai?
“Seguo gli account Twitter e Facebook di Expo 2015 insieme ad un team di una decina di persone.
Giro l’italia (più di 100 tappe) e Milano (più di 1500 tappe) negli ultimi 4 anni a raccontare cos’è Expo.”
D. Da Luglio 2014 all’apertura del 1 Maggio, come hai cercato di comunicare l’identità dell’Expo?
“Attraverso un manuale (scaricabile gratuitamente www.expottimisti.it) e attraverso un discorso di 28 minuti che raccoglie tutte le caratteristiche principali del format expo.”
D. La visita all’Expo mi ha personalmente entusiasmato, sebbene preceduta e scoraggiata da polemiche lette in rete. Tralascio le vicende giudiziarie e mi soffermo sui dettagli marginali, temevo di dover pagare 3€ per una bottiglietta d’acqua ma ho scoperto, appena entrato, che esistono decine di fontane con acqua fresca liscia e gassata gratuita e che si può mangiare bene con meno di 10€. In tutta onestà, credi che di sarebbero dovute e potute gestire meglio alcune criticità sui Social, dato il breve tempo a disposizione per l’evento?
“Abbiamo creato un account dedicato a queste informazioni di servizio con il supporto diretto di Twitter (@askexpo). Rispondiamo a migliaia di richieste al giorno tramite i nostri canali social diretti FB e TW e INSTAGRAM. Personalmente ho incontrato più di 70000 persone negli ultimi anni. Si può fare di più, ma Expo è un evento complesso che si conosce vivendolo.”
D. Avete fatto uso di influencer?
“Gli influencer sono stati coinvolti in modo marginale e prevalentemente spontaneo.”
D. Pensi potrebbe essere utile inserire indicatori del tempo di attesa fuori dai padiglioni?
“Sarebbe utile ma nel regolamento di Expo non c’è alcun vincolo a riguardo, ognuno è libero di agire come crede.”
D. Durante la conferenza, hai riassunto millemila pagine di contratto del format Expo in pochi minuti, aiutando la platea a capire la vera identità dell’Expo. Anche i dati forniti ci informano che gli italiani hanno però in mente ben altro. Colpa della politica che ci ha messo e tolto il cappello a seconda del proprio tornaconto?
“Non è colpa di nessuno. Semmai è stata una grande disattenzione nel concentrarsi su altro e non sul contenuto di Expo.”
D. È di oggi (12 Giugno scorso, n.d.r.) la polemica di Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano che critica aspramente il tuo ruolo, entrando nel personale.
L’astio dei nostri connazionali non riesce a trovare pace nemmeno a tempo determinato, fino a conclusione dell’Expo. Te lo aspettavi?
“Sinceramente devo tornare al lavoro e non ho testa per queste polemiche. Ho risposto a tutte le domande poste dall’articolo qualche secondo dopo che è uscito, ora devo tornarmi ad occupare di Expo.“
Ringraziamo molto Giacomo Biraghi per la sua disponibilità e gli auguriamo buon lavoro nella speranza che un evento come l’Expo che, bene o male, ci vede coinvolti come paese, possa essere un successo di pubblico e di immagine per l’Italia.