Durante la Social Media Week Rome (#SMWRME) abbiamo avuto il piacere di ascoltare Matteo Stifanelli il quale, a soli 28 anni, è country manager Italia di Airbnb, il più grande portale mondiale di affitto turistico di case e stanze.
Matteo ha spiegato che l’idea vincente alla base di Airbnb è stata quella di mettere in contatto persone che hanno spazi da rendere disponibili per altri (dalle singole stanze ad interi castelli).
Come spesso emerge dai racconti delle startup di successo, l’idea in sé sembrò folle a coloro i quali si rivolsero i 3 giovani fondatori in cerca di fondi, ma loro avevano già provato sulla propria pelle il funzionamento del meccanismo ed erano quindi estremamente determinati nel voler realizzare il progetto.
Infatti a San Francisco avevano ospitato alcuni designer in occasione di una conferenza di design, tenutasi con la città in totale “overbooking” (senza più alcun posto disponibile nelle strutture alberghiere).
“Airbnb è nata nel 2008 da 3 studenti che volevano far dormire estranei a casa di estranei.”
“Si sono concentrati sulle poche persone che amavano il progetto, anziché sulle critiche. “
Così nel 2012, grazie al passaparola, sono cresciuti del 650%; apprendiamo poi che l’Italia è il terzo paese al mondo per uso di Airbnb con 140.000 appartamenti e 2,5 milioni di persone che già hanno usato il servizio.
“Alla base c’è una piattaforma che è anche un social, che consente di ampliare le conoscenze e le abitudini che funzionavano quando non esisteva il turismo di massa.”
In effetti, a pensarci bene, l’ospitalità di amici e conoscenti è sempre esistita; con Airbnb si è solo allargata perché grazie alla componente Social si estende la platea delle nostre “amicizie”.
“Non sono estranei che ospitano estranei ma persone che condividono un modo di viaggiare e si fidano di referenze sociali, è una scelta informata.”
C’è poi anche la voglia di conoscere e confrontarsi, laddove social e web reputation hanno un ruolo centrale, un’esigenza che il denaro non può intercettare, non si tratta infatti di professionisti dell’ospitalità.
Interessante l’analisi che Matteo Stifanelli fa sulle identità web:
“Andare online nascondendosi dietro un nick è stata una prima fase. Nella seconda fase emerge la realtà, sono davvero io e mi mostro, mi confronto per ciò che sono, è anche per questo che Airbnb porta le persone a conoscersi.”
Matteo porta un esempio pratico di successo da parte di Airbnb che non ha interferito, ostacolato né compromesso il business alberghiero: Expo2015.
“Dati i numeri del primo mese, si attendono 20 milioni di visitatori; Milano ha solo 55.000 posti letto.
Si può risolvere il problema solo sfruttando le risorse inutilizzate.
Ad esempio nei navigli ci sono solo 4 alberghi e 400 appartamenti su Airbnb che, evidentemente, non si tolgono business agli hotel, ma ne creano di nuovo.”
Qualche interessante numero riguardo alla navigazione che su Airbnb (come nel resto del web) è per il 65% delle prenotazioni da mobile (l’anno scorso era solo il 36%); bisogna considerare che il mobile web consente l’approccio ad intere generazioni che si sentono con esso molto più a proprio agio (e qui Matteo si riferisce non ai teenagers, come si sarebbe potuto immaginare, ma agli over 60).
“Per meglio gestire questi numeri, stiamo implementando l’instant booking”.
E voi, avete già usato Airbnb? Come vi siete trovati? Raccontateci la vostra esperienza!