EXPO2015- evento Social #SMWRME - SocialWebMax

Nel corso della Social Media Week Rome #SMWRME abbiamo ascoltato, con molto interesse, la conferenza dal titolo “Cosa sta succedendo ad Expo2015” della quale vogliamo ora proporvi una sintesi.

Ad “aprire le danze” è stato Giacomo Biraghi (Digital & Media PR di Expo2015) che, con entusiasmo davvero incontenibile, è descritto in breve le caratteristiche dell’evento Expo.
Abbiamo quindi scoperto che si tratta di un format che viene venduto agli stati, organizzato ogni 5 anni (ne esiste una versione minore che può essere organizzata in mezzo a due universali) ed è un parco a tema, grande famiglia della quale fanno parte anche i casino, le navi da crociera ed i parchi divertimenti.

Esistono alcuni condizioni indispensabili, caratteristiche peculiari dell’evento Expo:

  • Nuova struttura: tutto deve essere costruito ex novo e devono esserci molte attrazioni.
  • Molte code: deve esserci attesa per assistere ad eventi e padiglioni (si è arrivati a 2 ore per quello del Brasile).
  • No museo: Expo è un’esperienza che si ripete tra i 7 ed i 50 minuti.
  • Migliaia di eventi: devono essere previsti, inclusi quelli organizzati dai singoli padiglioni ma non solo.
  • Target: sono le famiglie.
  • Cadenza: uno ogni 5 anni, che sia ambizioso ed irripetibile.
  • Durata: unico evento di queste dimensioni ad avere una durata limitata e stabilita.
  • Rimozione finale: tutte le attrazioni devono essere rimosse al termine.
  • Condominio: Expo ha una modalità di gestione a condominio, ci sono 146 stati, per un totale di 412 condomini.
  • Vincitori e protagonisti: l’unica olimpiade dove tutti vincono la medaglia d’oro e tutti sono protagonisti.
  • Tema: deve essere scelto un tema di interesse generale. Senza contenuti, senza riferimenti geografici e che sia politically correct.

Quanto all’Expo2015, Biraghi ha voluto chiarire alcuni aspetti importanti che stridono oggettivamente con il disfattismo che lo ha preceduto nei media:

“Expo2015 è il primo expo nella storia ad aver aperto con tutti i padiglioni visitabili.”

“Expo2015 è il primo expo ad aver venduto 10 milioni di biglietti prima dell’apertura.”

I dati ufficiali sono di 2,7 milioni di visitatori, e 15 milioni di biglietti venduti al 31 Maggio. La stima è di raggiungere i 20 milioni di visitatori totali.

Senza alcun tono polemico, Giacomo Biraghi ha poi voluto chiarire alcuni aspetti importanti riguardo l’evento Expo2015, definiti “errori di informazione“:

  • Expo non è un evento salvifico, è un format.
  • Expo non è una fiera, è un parco a tema.
  • Expo non è a Rho, non è a Fiera Milano, è in un’area del Comune di Milano che tornerà come prima.
  • Expo è un evento popolare.
  • Expo non ha come target politici, giornalisti o intellettuali, ma famiglie.

Passando poi al periodo che ha preceduto l’apertura, Biraghi è stato diretto:

Purtroppo 7 alti dirigenti di Expo, bastardi…, sono stati coinvolti da indagini ed hanno poi patteggiato, rovinando l’immagine di un evento straordinario.
Ma dal 1 Maggio c’è stata un’inversione di tendenza, grazie ai fatti.

Expo2015 evento social 01 - SocialWebMax

L’intervento di Giacomo Biraghi alla Social Media Week Rome nel panel “Cosa sta succedendo a Expo2015”.

Expo2015: la strategia social.

Expo2015 è in effetti il primo grande evento dell’era social, è stato creato un sito dove vengono pubblicati tutti i documenti interni: www.socialmediaexpo2015.com.

La strategia che si è scelta è

riverberare e condividere la grande massa di contenuti creati da partner, espositori e utenti. Produciamo poco, condividiamo molto.

Molto spazio viene dato alla parte fotografica, con l’uso dei social come Instagram ed i numeri di engagement planetaria sono soddisfacenti.

 

Expo in Città.

Di seguito ha preso la parola Alvise De Santis, spiegando il progetto “Expo in Città“, nato a Maggio 2014 per riunire tutti gli eventi in contemporanea con Expo2015.
Ad oggi sono stati inseriti ben 37.000 eventi.
Il sito è in crowdsourcing, una modalità coraggiosa ma coinvolgente e democratica di inserimento e promozione degli eventi.

Noi non abbiamo inserito alcun evento, si è solo creata la piattaforma, il calendario.

Altra importante caratteristica del progetto è che il sito non chiude mai, cioè si è sempre in tempo per inserire eventi online.

In contemporanea si è creata una app “aperta”, lasciando cioè che fosse in competizione con altri sviluppatori, lo scopo era ed è la visibilità.

Molte idee brillanti sono arrivate dall’esterno, ad esempio una società che produce stampanti per scontrini di bar e ristoranti ha proposto di inserire, nei conti dei clienti, i 4 eventi che si svolgeranno nelle prossime ore nei dintorni. Esempio pratico di strategia win-win.

I costi dell’operazione sono stati coperti dalla Camera di Commercio e dal Comune di Milano ma questo strumento dovrà rimanere attivo:

È il più grande calendario al mondo che raccoglie eventi.

Sempre riguardo ai costi, le traduzioni sono state fatte da volontari ed associazioni che hanno collaborato gratuitamente.

L’invito è dunque a scaricare una delle app e ad andare sulla mappa per scoprire la moltitudine di eventi presenti per ogni tipo di interesse.

Chissà si si potrà replicare anche a Roma, in occasione del Giubileo?

ExpoInCitta - SocialWebMax

La home del sito expoincitta.com

 

Il sentiment social verso Expo2015.

A conclusione del panel, Andrea Ceron (ricercatore per l’Università di Milano e vicepresidente di Voices from the Blogs) ha mostrato alcune slides con i dati relativi al sentiment della rete, tra aspettative e realtà, emersi dall’analisi di oltre 600 milioni di post..

Ci è parsa interessante l’evoluzione del sentiment su Expo2015:

  • 2011: “non ce la faremo”,
  • 2012: “rischio infiltrazioni”,
  • da inizio 2015: è cresciuto in modo esponenziale il numero di mention.
Expo2015 evento social 03 - SocialWebMax

L’intervento di Andrea Ceron (voicesfromtheblogs)

 

Il sentiment è parso sempre abbastanza positivo, con ovvi picchi negativi in corrispondenza degli scandali.

Anche grazie ai noexpo è accresciuto il coinvolgimento dei proexpo.

È emerso poi che gli Italiani sono molto confusi su cosa sia Expo (una mostra, un evento, una festa, un museo, un parco…).
Piacciono molto le architetture (oltre al 50%), poi i contenuti ed infine gli eventi.

Abbiamo anche la hit parade dei padiglioni più amati dagli italiani:

  1. Francia,
  2. Cina,
  3. Azerbaijan e Svizzera.

Per gli stranieri, invece, i padiglioni preferiti sono:

  1. Italia,
  2. Regno Unito
  3. Giappone.

 

Intervista a Giacomo Biraghi (Digital & Media PR di Expo2015).

A margine della conferenza, abbiamo rivolto qualche domanda a Giacomo Biraghi, ecco cosa ci ha risposto.

 

D. Digital & Media PR di Expo2015, in pratica Giacomo che lavoro fai?

“Seguo gli account Twitter e Facebook di Expo 2015 insieme ad un team di una decina di persone.
Giro l’italia (più di 100 tappe) e Milano (più di 1500 tappe) negli ultimi 4 anni a raccontare cos’è Expo.”

 

D. Da Luglio 2014 all’apertura del 1 Maggio, come hai cercato di comunicare l’identità dell’Expo?

“Attraverso un manuale (scaricabile gratuitamente www.expottimisti.it) e attraverso un discorso di 28 minuti che raccoglie tutte le caratteristiche principali del format expo.”

 

D. La visita all’Expo mi ha personalmente entusiasmato, sebbene preceduta e scoraggiata da polemiche lette in rete. Tralascio le vicende giudiziarie e mi soffermo sui dettagli marginali, temevo di dover pagare 3€ per una bottiglietta d’acqua ma ho scoperto, appena entrato, che esistono decine di fontane con acqua fresca liscia e gassata gratuita e che si può mangiare bene con meno di 10€. In tutta onestà, credi che di sarebbero dovute e potute gestire meglio alcune criticità sui Social, dato il breve tempo a disposizione per l’evento?

“Abbiamo creato un account dedicato a queste informazioni di servizio con il supporto diretto di Twitter (@askexpo). Rispondiamo a migliaia di richieste al giorno tramite i nostri canali social diretti FB e TW e INSTAGRAM. Personalmente ho incontrato più di 70000 persone negli ultimi anni. Si può fare di più, ma Expo è un evento complesso che si conosce vivendolo.”

 

D. Avete fatto uso di influencer?

“Gli influencer sono stati coinvolti in modo marginale e prevalentemente spontaneo.”

 

D. Pensi potrebbe essere utile inserire indicatori del tempo di attesa fuori dai padiglioni?

“Sarebbe utile ma nel regolamento di Expo non c’è alcun vincolo a riguardo, ognuno è libero di agire come crede.”

 

D. Durante la conferenza, hai riassunto millemila pagine di contratto del format Expo in pochi minuti, aiutando la platea a capire la vera identità dell’Expo. Anche i dati forniti ci informano che gli italiani hanno però in mente ben altro. Colpa della politica che ci ha messo e tolto il cappello a seconda del proprio tornaconto?

“Non è colpa di nessuno. Semmai è stata una grande disattenzione nel concentrarsi su altro e non sul contenuto di Expo.”

 

D. È di oggi (12 Giugno scorso, n.d.r.) la polemica di Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano che critica aspramente il tuo ruolo, entrando nel personale.
L’astio dei nostri connazionali non riesce a trovare pace nemmeno a tempo determinato, fino a conclusione dell’Expo. Te lo aspettavi?

Sinceramente devo tornare al lavoro e non ho testa per queste polemiche. Ho risposto a tutte le domande poste dall’articolo qualche secondo dopo che è uscito, ora devo tornarmi ad occupare di Expo.

 

Ringraziamo molto Giacomo Biraghi per la sua disponibilità e gli auguriamo buon lavoro nella speranza che un evento come l’Expo che, bene o male, ci vede coinvolti come paese, possa essere un successo di pubblico e di immagine per l’Italia.

Massimo Melica, l'avvocato della rete #SMWRME - SocialWebMax

Ecco un estratto dell’intervento dell’Avvocato Massimo Melica (Studio Legale Melica Scandelin & partners) alla conferenza “I Social per il mondo dei professionisti” dello scorso 12 Giugno, nel corso della Social Media Week Rome #SMWRME.

Melica ha iniziato raccontando di aver avuto un approccio con internet fin dai suoi albori, per passione e per colmare un vuoto. Così, in breve tempo, si è trovato come l’orbo nel paese dei ciechi, sindaco!

Ora si occupa in larga scala di diritto applicato alle nuove tecnologie, alla rete, alle app, all’e-commerce, con una specializzazione particolare in web reputation.

Per le grandi aziende, la comunicazione online non serve a nulla.

Ha detto Massimo Melica, un’affermazione forte che approfondiremo più avanti.

Internet è come l’oceano, tutti lo usano a proprio piacimento.

Melica ha poi sottolineato che “bisogna smettere di pensare che la rete possa arricchire chiunque, internet è per tutti ma non tutti sono per internet.

“Essere famosi su Facebook è come essere ricchi a Monopoli.”

Un paio di giorni prima aveva sollevato un notevole polverone l’affermazione di Umberto Eco, secondo il quale i Social “danno diritto di parola a legioni di imbecilli… che oggi hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel“, a questo riguardo l’avvocato Massimo Melica si è detto decisamente concorde, arrivando a derubricare la frase incriminata alla voce “innegabile ovvietà“.

Ci sono troppe aspettative da un mondo che è spesso fuffa.

Il suggerimento riguardo l’attività online è quello di prestare attenzione ai modi ed ai contesti; divertente l’aneddoto di una comunità che iniziò a fare catechesi su Second Life ma, badando soltanto alla densità di pubblico ed ignara completamente del contesto, era finita in un’isola popolata esclusivamente da attività pornografiche finendo per essere ricoperta di insulti.

Onde forse evitare inconvenienti derivanti dall’incompetenza altrui, Massimo Melica ha affermato di gestire in prima persona la presenza social dello studio.

 

Tornando poi al suo lavoro, Melica ha raccontato di aver visto in procedimenti giudiziari qualunque cosa sia in rete.

Non sappiamo che piega prenderà internet nei prossimi anni.

 

A conclusione del suo intervento, l’avvocato Melica ha spiegato la sua recente teoria dell’algoritmo AEM.

AEM è acronimo di Autorevolezza, Etica e Morale e l’esempio più adatto a dimostrare l’algoritmo è Gianni Morandi che, semplicemente essendo se stesso, pubblicando ciò che è, ha creato una community popolata prevalentemente da persone che non fanno parte del suo abituale pubblico“.

Massimo Melica avvocato della rete - Gianni Morandi algoritmo AEM - SocialWebMax

Un selfie di Gianni Morandi, pubblicato sulla sua pagina Facebook.

“Ognuno si immedesima nelle sue azioni che sono semplici.”

  • Autorevolezza: avere il coraggio di essere se stessi, anche contro corrente.
  • Etica: non dovere niente a nessuno.
  • Morale: la propria, sincera, onesta.

Massimo Melica ha concluso con una metafora ed una domanda chiave:

“Internet etico e pulito serve a tutti, se il lago è inquinato non si tuffa più nessuno.”

“Internet è il pericolo o è in pericolo Internet?”

 

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A conclusione della conferenza, abbiamo approfittato della sua disponibilità per rivolgergli qualche domanda:

D. Hai appena detto che ritieni inutile la comunicazione online per le grandi aziende. Potresti spiegarti meglio?

Le aziende che investono in pubblicità sui social network hanno bisogno di ambienti qualitativi in relazione agli utenti. Occorre che migliori la qualità dei contenuti e di conseguenza il livello di partecipazione dei consumatori, se ci si limita ad aggregare numeri e non risposte attive gli investitori sono destinati a rinunciare alla comunicazione digitale.
(approfondimento http://www.massimomelica.net/facebook-senza-chiarezza-merita-investimento-pubblicitario/)

 

D. L’affermazione di Umberto Eco “i social hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli” ha scatenato un acceso dibattito. La tua opinione a riguardo sembra sostanzialmente allineata. Il passaggio da fruizione passiva dei contenuti (vecchi media) e produzione di propri contenuti (grazie soprattutto all’internet mobile) ha dunque rimosso qualunque filtro? Per chi si occupa di marketing, questo è un vantaggio?

Gli imbecilli digitali sono al pari dei troll e dei fake un danno, essi creano distrazione attraverso un rumore di sottofondo che danneggia sia la Rete sotto il profilo culturale sia le aziende e consumatori nel loro dialogo sul mercato.
(Approfondimento http://www.massimomelica.net/chi-difende-gli-imbecilli-digitali-difende-il-proprio-pubblico/)

 

D. Credi sia ancora utile per un professionista avere una presenza Social, partendo oggi da zero?

Sviluppare e curare la propria identità digitale è sempre un elemento positivo, tuttavia occorre analizzare bene i risultati che si intendono raggiungere anche in base al potenziale bacino di clientela che si vuol fidelizzare. Un social plan mirato alle potenzialità e alle competenze del professionista è indispensabile prima di costruire la propria presenza on line.

 

D. Il tuo algoritmo AEM è un’ottima sintesi della ricetta necessaria per ottenere successo online, l’esempio di Gianni Morandi, di cui hai parlato, è probabilmente il più efficace. Non bisogna tuttavia dimenticare che era Gianni Morandi anche prima di approdare sui Social, quali speranze ha un illustre sconosciuto di ottenere coinvolgimento, fidelizzando il proprio pubblico?

Lo studio della comunicazione di Gianni Morandi è un caso di accademico, infatti è vero che è era già conosciuto da parte del pubblico, tuttavia è riuscito a conquistare la simpatia e la stima di un pubblico molto giovane che probabilmente non acquisterà mai un suo disco o un biglietto per il suo concerto ma che lo accredita e lo supporta per qualsiasi altra attività. Teniamo sempre a mente che la comunicazione digitale non solo può essere finalizzata per scopi commerciali ma anche per soddisfazione personale e il caso Morandi è una meta condivisa.”
(Approfondimento http://www.massimomelica.net/lalgoritmo-aem-di-gianni-morandi-la-comunicazione-digitale/)

Ringraziamo molto l’avvocato Massimo Melica per la sua disponibilità e cortesia, di seguito il suo intervento alla Social Media Week Rome.

I Social sono come la Rivoluzione Francese - SocialWebMax

Nel corso della cerimonia di apertura della Social Media Week Rome #SMWRME dell’8 Giugno scorso, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare un interessante confronto sulla realtà attuale dei Social e le conseguenti implicazioni in ambito politico e sociale.

Intervistati da Alessio Jacona, si sono alternati diversi opinionisti; 2 in particolare hanno dato vita ad una riflessione con spunti originali che riteniamo possa essere utile raccontare.

L’On. Linda Lanzillotta (Vice Presidente del Senato – @L_lanzillotta) ha testimoniato, confessando di essere una grande amante di Twitter, quanto la velocità sui Social sia un vantaggio ma invitando allo stesso tempo a riflettere su quanto sia complicato far coincidere questo ritmo con decisioni che richiedono necessariamente più tempo.

Amo la rapidità di Twitter, ne faccio grande uso, e noto che spesso incide sui processi decisori della politica, ma manca a volte l’approfondimento indispensabile.

Riferendosi alla stretta attualità, ha dichiarato:

Ci sono figure politiche nate ed elette grazie alla rete, mettendo in moto meccanismi spesso incontrollabili da esse stesse.

Con una certa preoccupazione, l’On. Lanzillotta ha aggiunto che ci si trova a dover rendere conto sempre più alla rete che alla politica stessa, ai partiti.

La politica nella vetrina della rete è una sfida.

Proseguendo nella sua analisi, la vicepresidente del Senato ha dichiarato che la grande sfida è il cambiamento della pubblica amministrazione; una sfida culturale, organizzativa profonda della macchina burocratica. Non basta che qualcuno al vertice lo voglia, se non si mettono in moto meccanismi che siano lievito del cambiamento.

Arrivano solo reazioni e proposte riferite al breve periodo, manca a volte la visione nel medio lungo termine.

A conclusione del suo intervento, l’On. Lanzillotta ha affrontato la questione dell’agenda digitale e del suo impatto sociale, con riferimento al reimpiego del personale ed al possibile aumento dell’occupazione.

È una sfida ma, se non vogliamo fare tagli lineari, l’unico modo per ridurre la spesa e le tasse è migliorare l’efficienza.

Già in passato, con il luddismo, si distrussero le macchine portatrici di progresso perché levavano lavoro, ma è certo che con la digitalizzazione aumenterà la domanda in alcuni settori (basti pensare all’invecchiamento della popolazione), è difficile comunicare questo via social e trovare un consenso.

“Spesso la produttività parlamentare viene misurata sul numero di leggi, io la calcolerei sul numero di leggi eliminate.”

L’ultimo auspicio dell’On. Lanzillotta è stato forse poco social ma politicamente pragmatico, ha infatti sostenuto che si dovrebbe avere sufficiente stabilità affinché il giudizio elettorale arrivi dopo un percorso di tempo sufficiente per poterne vedere i risultati.

I Social sono come la Rivoluzione Francese 02 - SocialWebMax

L’intervento dell’On. Linda Lanzillotta e del Prof. Francesco Sacco alla #SMWRME

Successivamente il Prof. Francesco Sacco (Docente alla SDA Bocconi – @francescosacco) ha iniziato il suo intervento parlando di investimenti, ha spiegato che sono stati stanziati ben 7 miliardi di euro del Tesoro, più quelli derivanti dai fondi Junker, per un totale di quasi 19 miliardi per portare la banda larga.
Ha poi commentato i dati economici del nostro paese riguardo al settore internet, social ed applicativi che, a suo dire, evidenziano una rinascita dell’imprenditorialità.

Particolarmente d’effetto la sua affermazione:

I Social sono come la Rivoluzione Francese, arrivati per caso hanno cambiato tutto“.

C’è una grande opportunità di mobilità grazie ai Social. Stanotte ho dormito grazie ad Airbnb e sono arrivato qui grazie ad Uber.

Il Prof. Sacco si è poi riferito alla diffusione dei Social ricordando che prima solo i grandi dotti erano uniti tra loro, mentre i social sono capillari.

Il 97% delle persone nel mondo, ha un cellulare.

Basti pensare a paesi come il Kenya, decisamente all’avanguardia nei pagamenti telematici.
Riguardo l’agenda digitale, il Prof. Sacco ha poi portato l’esempio dell’ energia elettrica che, rispetto al vapore, consentì una distribuzione più logica e razionale ma ci vollero 50 anni per adeguare le linee, il tempo necessario al cambio generazionale, tra pensione o decesso degli addetti al vapore. Bisognerà dunque pazientare ancora per avere la tanto auspicata efficienza? E quanto?

Oggi il mobile broadband unisce 1/3 della popolazione.
Significa che i margini di crescita sono enormi, l’impatto sociale sarà davvero rilevante.

Ha concluso poi il Prof. Sacco con un’osservazione riguardo ai Social:

sono vecchi come il mondo, è atavico il relazionarsi ed il preferire qualcosa che ci sia segnalata da qualcuno che conosciamo.

Rapido botta e risposta finale tra il Prof. Sacco, che ha ricordato come Facebook sia l’unica organizzazione al mondo in grado di connettere più di 1 miliardo di persone e l’On. Lanzillotta, che si è interrogata circa l’eventuale necessità di regolamentare la possibilità di influenzare grandi masse.

I Social per il mondo dei professionisti #SMWRME - SocialWebMax

In un mondo sempre più connesso, popolato da internauti abituati a porre domande al “motore unico di ricerca” o al “social di riferimento“, come possono inserirsi i professionisti e con quale finalità?

Nel corso della Social Media Week Rome, hanno portato la propria esperienza alcuni pionieri del connubio tra rete e professionalità: Andrea Panato (Studio Panato Commercialista), Stefano Martello (FERPI, Comunicare le Professioni) e Massimo Melica (Studio Legale Melica, Scandelin & Partners).

 

Il primo a prendere la parola è stato Andrea Panato che ha immediatamente chiarito il suo approccio al mondo Social:

Il primo uso che va fatto dei social è ascoltare.

Ha proseguito spiegando che quando si ha una credibilità online è possibile il confronto con chiunque, anche con i propri clienti.

L’obiettivo finale del nostro lavoro è che il cliente sia soddisfatto, con i social è possibile sperimentare e cercare punti di incontro.

Panato ha suggerito di iniziare appunto con l’ascolto per capire se lo studio è una realtà interessante, verificare la propria immagine, costruire un percorso professionale.

Esiste un problema di sovrapposizione tra persona e professionista, ha proseguito il commercialista, ma

funzionano sul web le persone, non le aziende.

I professionisti in questo hanno un vantaggio e devono imparare a sfruttarlo, anche perché con i Social si è assistito ad un ritorno al passato con il passaparola, ed alla deontologia professionale per come è nata.

Panato ha dichiarato che qualche lavoro dai Social è arrivato, con un discreto ritorno per lo Studio. “Un bilancio quindi positivo anche se – ha ammesso – le grandi città offrono un bacino di maggiore mobilità e connettività, in provincia è decisamente più complicato.”

Importante la precisazione successiva:

Se cerchi nuovi clienti in rete non li trovi, se posti e dai informazioni arrivano.

Parlando poi della reputazione, il commercialista ha spiegato che cercare di difendersi è quasi impossibile, ma se si lavora generosamente per gli altri, l’aiuto ritorna nel momento di difficoltà.

Quanto alla gestione del tempo e del “modo”, l’opinione di Panato è che oggi nella professione bisogna ricominciare a pensare come delle startup, è giusto mettersi in discussione ed adeguarsi ai tempi anche se la velocità nelle risposte va gestita senza essere dei juke box.

Ecco i punti chiave dell’attività professionale online secondo Andrea Panato:

  • Il sito è un business plan, analizzare il nostro settore e quelli contigui.
  • Creare alleanze con clienti e fornitori rappresenta una catena del valore.
  • Ascoltare e coinvolgere i clienti.
  • È fondamentale decidere cosa smettere di fare, imparare cosa non fare, saper dire no.
  • Rafforzare il brand in rete, raccontare esperienze e case history.
  • Analizzare sinceramente se siamo interessanti.
  • Formazione ed innovazione continua, (nel suo studio vengono pagati corsi post laurea ai praticanti).
  • Scegliere sempre i migliori partner e fornitori. Meccanismo virtuoso, lavorare con il meglio ci impone di migliorare.
  • Non si va in rete per cercare clienti ma per creare relazioni.
I Social per il mondo dei professionisti #SMWRME 02 - SocialWebMax

I partecipanti alla conferenza: i Social per il mondo dei professionisti. #smwrme

 

Dopo Andrea Panato, ha preso la parola Stefano Martello che ha subito invitato a razionalizzare l’uso dei Social, riprendendoci dall’ubriacatura in cui si è finiti.

Gli strumenti Social sono spesso a tempo determinato, si pensi a Second Life passato da boom a decadenza totale.

Un altro esempio di cambiamento portato da Martello è stato quello di Twitter come nuovo veicolo di informazioni rapide: se nel caso del terremoto in Abruzzo si riempì prevalentemente di populismo e lamentele, durante quello in Emilia Romagna Twitter ha avuto un ruolo centrale nel veicolare notizie. Un cambio rapido che ha portato ad una crescita migliorativa.

Essere online h24 7/7 non aiuta ad accrescere la propria credibilità.

Un monito ai social addicted anche perché, secondo Martello, si assiste a troppa comunicazione interlocutoria da parte di chi vive connesso.

“Bisogna ricordarsi: ogni volta che scriviamo mettiamo in gioco la nostra credibilità e produttività.”

Impressionante la stima americana, riportata da Martello, secondo cui ci sarebbero ogni anno perdite pari a 10.800$ per ogni dipendente causate da distrazione, il multitasking sarebbe dunque la causa.

Creare relazione implica ascolto, ascolto implica tempo.

Per quanto riguarda il rapporto con il proprio pubblico, Martello ha ricordato che il linguaggio è sempre centrale nella comunicazione ed è inutile usare tecnicismi se l’interlocutore non è adatto.

Una parentesi riguardo la reputazione: “assistiamo ormai ad un’interazione totale tra vita professionale e personale, c’è totale inconsapevolezza nel condividere la propria vita sulla quale si gioca la reputazione.” Ha portato l’esempio di un candidato scartato dopo il colloquio per foto compromettenti postate in passato su Facebook.

Un monito poi che è insieme un consiglio ai professionisti:

A Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia, c’è molta competizione, bisogna esaminare non la quantità di comunicazione ma livello e qualità.

Uno strumento è valido se c’è analisi, monitoraggio. Mai dimenticarsi che in rete c’è un accreditamento professionale molto veloce.

 

Nel prossimo articolo racconteremo quanto detto durante la conferenza dall’Avvocato Massimo Melica che è poi stato così cortese da rispondere anche a qualche nostra domanda.

Laura Bononcini intervistata alla #SMWRME - SocialWebMax

Interessante intervento di Laura Bononcini (Head of Public Policy di Facebook) alla cerimonia di apertura della Social Media Week.

Nel corso della prima giornata di Social Media Week Rome (#smwrme), abbiamo assistito all’intervento di Laura Bononcini che ha illustrato alcune caratteristiche e comunicato diversi numeri che riguardano il Social più famoso al mondo e del quale ora è Head od Public Policy, Facebook.

Tralasciando i ben noti numeri relativi alle utenze generiche, abbiamo appreso da Laura che in Italia ben l’83% dei profili è collegato ad una PMI. Questo significa che esiste una reale affezione degli utenti Facebook alle piccole aziende che conoscono e che producono contenuti di qualità.
La percentuale è tanto più rilevante se si pensa che soltanto 3 anni fa era convinzione diffusa che forse le aziende avrebbero potuto pensare ad una propria presenza sul Social.

Laura Bononcini alla #SMWRME - SocialWebMax

Laura Bononcini durante il suo intervento alla Social Media Week Rome.

Mark Zuckerberg dice sempre che siamo solo al 1% del viaggio” ha proseguito Laura, “la percezione di internet come business è sempre più radicata, ma occorre adattare temi antichi alle tecnologie moderne“.

Per rafforzare la sua affermazione, ha poi raccontato l’esempio di piccolo mobilificio che, grazie a Facebook, ha aumentato del 25% il proprio fatturato con un ROI impressionante.
La diffusione delle best practice aiuta le aziende a capire quali risultati possono essere ottenuti grazie all’interazione sociale, purché sia parte di una strategia ampia e ben pianificata“.

Ha concluso Laura Bononcini: “diventa sempre più possibile tracciare e monitorare i risultati ottenuti dalle campagne social“, invitando dunque all’analisi volta a migliorare ed ottimizzare gli investimenti, basti pensare che “dati non ufficiali dicono che a Roma ci sono 2,5 milioni di utenti Facebook“.

Alla domanda del moderatore Alessandro Jacona, “cosa ha cambiato Facebook nella tua vita?” Laura Bononcini ha risposto in modo curioso: “sono utente Facebook dal 2005, prima per restare in contatto, poi per utilizzo professionale. La vita prima era diversa, mancavano vantaggi dei quali non ci rendiamo nemmeno più conto, basti pensare a Google…“.
Sebbene sappiamo che fino ad un anno e mezzo fa Laura ricopriva un ruolo manageriale in Google, è curioso che il suo pensiero vada immediatamente al grande motore di ricerca per dare un’idea di quanto Facebook abbia cambiato la sua vita.
Probabilmente è oggettivo che la pur notevole rivoluzione portata dai Social non è paragonabile a quella creata dall’avvento dell’Internet 2.0, con Google.

Laura Bononcini e Riccardo Luna alla #SMWRME - SocialWebMax

Al termine della conferenza, Laura Bononcini si è attardata a chiacchierare con colleghi e presenti. Eccola con Riccardo Luna, giornalista e digital expert.

Abbiamo approfittato della sua cortesia e disponibilità per rivolgerle qualche domanda:

D: Molti inserzionisti si domandano perché, dopo aver investito in campagne per aumentare il numero di fans, debbano sponsorizzare ogni singolo post affinché venga visualizzato proprio da quegli stessi fans. Cosa ha spinto Facebook ad introdurre questa nuova politica (fino a qualche tempo fa non era necessario)?

R: In realtà dipende dalla qualità del contenuto, se si riescono a produrre contenuti coinvolgenti, interessanti per il proprio pubblico, si possono ottenere ottimi risultati anche senza sponsorizzazione del post. Ovviamente Facebook deve dare un ordine ed una priorità di visualizzazione per ogni utente, tra le migliaia di contenuti che vengono pubblicati ogni ora. In ultimo, la nostra è un’azienda che deve fare utili, risulta inevitabile che il servizio di visibilità offerto abbia un costo, in cambio però di un’accurata targettizzazione.

D: A proposito di targettizzazione, in città come Roma o Milano, esistono quartieri che contano decine o centinaia di migliaia di abitanti, quanti quelli di altri 2 o più capoluoghi di provincia. Quando sarà possibile restringere il raggio d’azione di una campagna su Facebook a zone o quartieri per ottimizzare, ad esempio, gli investimenti delle piccole attività commerciali?

R: Siamo a conoscenza di questa necessità per le attività di quartiere, so anche che ci sono dei problemi tecnici ma che siamo al lavoro per trovare una soluzione. È interesse anche nostro che tutti possano pubblicare inserzioni e che siano soddisfatti dei risultati.

D: Una curiosità “in famiglia”: quanto c’è di vero nella notizia degli annunci a pagamento che sarebbero in arrivo su Whatsapp?

R: Sono solo rumors, non ho alcuna informazione ufficiale a riguardo.

D: Un’ultima domanda, in questi giorni Wired (citando a sua volta Techcrunch) ha preannunciato che saranno disponibili su Facebook delle “risposte predefinite“, per rendere più semplice il customer caring dalle pagine ufficiali. Quando saranno disponibili in Italia?

R: Sinceramente non sono a conoscenza della notizia, quindi non posso darvi un’idea dei tempi di rilascio. Probabilmente sarà un’implementazione attualmente in fase di test.

Ringraziamo molto Laura Bononcini per la sua disponibilità (doveva scappare a prendere un treno) e le auguriamo una brillante carriera in Facebook!

Come avere profili efficaci su LinkedIn - SocialWebMax

Come avere profili efficaci su LinkedIn: i suggerimenti di Marcello Albergoni (Head of Italy LinkedIn)

Nel corso dell’intensa settimana del Social Media Week (#smwrme dal 8 al 12 Giugno 2015 alla Casa del Jazz di Roma), abbiamo avuto il piacere di ascoltare diversi personaggi di rilievo nazionale nell’ambito Social e, in alcuni casi, anche di poter scambiare qualche parola in privato con loro.

Durante la cerimonia di apertura dei lavori, tra gli altri ospiti, ha preso la parola anche Marcello Albergoni che ha rapidamente fornito una “fotografia” di LinkedIn, per il quale riveste il ruolo di Country Manager Italia.

Come avere profili efficaci su LinkedIn, i consigli di Marcello Albergoni - SocialWebMax

La testata del profilo LinkedIn di Marcello Albergoni (head of Italy)

 

“In poco tempo siamo passati da appena 2 milioni a ben 8 milioni di utenti” ha dichiarato Albergoni, “grazie certamente all’avvento del mobile, ma anche al nostro intervento informativo nelle aziende.”
Ha rivendicato dunque un ruolo fondamentale nella formazione ed informazione delle aziende italiane in merito alle opportunità offerte dal Social che egli rappresenta.

Poi è passato a tratteggiare la situazione lato lavoratori: “il lavoro per tutta la vita non esiste più, ormai molti lavoratori (soprattutto giovani) lo hanno compreso ed assimilato, e LinkedIn offre la possibilità ad aziende e professionisti di connettersi e trovarsi aggiornando il mercato del lavoro ai tempi attuali.”

Riguardo la possibilità di collaborazioni tra il Social e le istituzioni, Albergoni è stato ottimista: “stiamo lavorando per trovare accordi con le istituzioni, questo può essere il luogo dove far incontrare domanda e offerta.”

Come avere profili efficaci su LinkedIn, i consigli di Marcello Albergoni durante la SMWRME - SocialWebMax

L’intervento di Marcello Arrigoni alla Social Media Week di Roma #smwrme

Al termine dell’intervento, Arrigoni ha messo a disposizione la sua esperienza e conoscenza, decisamente precisa, del Social, regalando una serie di consigli per ottenere profili efficaci su LinkedIn.

Come avere profili efficaci su LinkedIn (persone fisiche):

  • FOTO PROFESSIONALE, una foto anche gioviale ma professionale che mi riprenda sarà 7 volte più efficace di un’immagine ambigua. Evitare dunque foto del cane, dei figli, della casa, eccetera.
  • CURARE IL SUMMARY: è una sorta di riassunto che deve raccontare la mia persona e la mia professionalità in breve. È spesso l’unica parte che venga letta per una prima “scrematura”.
  • INSERIRE TUTTE LE ESPERIENZE PROFESSIONALI: con attenzione e precisione, indicando referenze, date, aziende e skills (capacità, abilità) maturate o utilizzate.
  • INSERIRE LE PROPRIE SKILLS: avendo cura di selezionare ed ordinare per importanza quelle che possono meglio caratterizzarci negli ambiti lavorativi di nostro interesse (saper sciare è utile ma non prioritario se ci si presenta come web designer)
  • SEGUIRE LE AZIENDE DI NOSTRO INTERESSE: bisogna tener presente che l’80% non sta cercando lavoro ma, di fatto, è sul mercato. Le aziende cercano prima tra i propri followers perché si presume che siano coloro che maggiormente apprezzano/conoscono la loro realtà.

Come avere profili efficaci su LinkedIn (aziende):

  • COSTRUIRE L’IDENTITÀ: indispensabile descrivere attentamente l’azienda, la sua storia, i suoi obiettivi e metterli online.
  • FARE ENGAGEMENT: indispensabile coinvolgere per far crescere i fans.
  • SUCCESSIVAMENTE FARE RECRUITMENT: solo dopo aver creato una vera e propria Community dell’Azienda, potrò passare con successo alla fase di selezione di nuove risorse.

Come gestire 2 account Instagram - SocialWebMax

È un problema che affligge tutti coloro i quali devono gestire 2 account Instagram, magari uno personale ed uno di lavoro.
Penso, ad esempio, al negoziante che vorrebbe poter postare le foto della propria attività senza usare il proprio account Instagram, al ristoratore che non vorrebbe mischiare le foto dei manicaretti appena sfornati con le immagini delle sue ultime vacanze al mare.

Abbiamo trovato la soluzione per gestire 2 account Instagram.

Secondo il più antico mantra del web: “condivide et impera“, eccoci a passare la dritta! 😉

Esiste un’applicazione per Android (non ce ne vogliano gli amici che hanno scelto altri sistemi operativi, presto arriverà anche per voi che, nel frattempo, vi godete già Periscope!) che è in grado di clonare in tutto e per tutto la app di Instagram, consentendo dunque di usare contemporaneamente 2 differenti account Instagram sul medesimo dispositivo, senza doversi sloggare e riloggare ogni volta.

Instwogram: la soluzione!

Basterà scaricare l’applicazione Instwogram (non è presente sul Play Store, ma la si può trovare qui —> http://instwogram.it.uptodown.com/android) e, una volta installata, inserire i dati di login dell’account secondario ed il gioco sarà fatto.

instwogram e instagram - SocialWebMax

Ecco come appaiono le 2 icone di Instagram ed Instwogram sul dispositivo.

L’applicazione Instwogram consente di gestire 2 account Instagram con (quasi) tutte le stesse funzionalità: si integra infatti con le altre eventuali app di fotoritocco e comparirà quindi come scelta possibile di condivisione al salvataggio dell’immagine, ha la medesima interfaccia visiva e la stessa disponibilità di filtri.

Su alcuni dispositivi può non funzionare l’opzione di integrazione con gli altri Social (Facebook o Twitter), si tratta tuttavia della migliore opzione possibile al momento per gestire 2 account Instagram contemporaneamente.

In attesa di qualche altra novità, magari di una app che consenta la gestione di multi account e la programmazione dei post (già ampiamente disponibili per altri Social come Facebook, Twitter, Google+ o Linkedin) e che farebbe la gioia di tutti i Social Media Manager, crediamo che questa soluzione sia già una svolta.
Pare che alla base dell’impossibilità di gestione multi account ci sia una ferma volontà da parte di Instagram che vuole mantenere il Social immediato ed emozionale, senza eccessive derive commerciali; la nostra impressione è che sia solo una questione di tempo, dato che già ora il Social è invaso da soggetti che vendono followers e likers (fenomeno che Facebook ha recentemente tentato di arginare) e considerato che Mark Zuckerberg (proprietario anche di Instagram) è decisamente bravo a trarre profitto dalle proprie aziende.

E voi, cosa ne pensate? Avete trovato altre app utili?

Immobiliare e Social, intervista ad Olivati - SocialWebMax

Il settore immobiliare tenta di rialzare timidamente la testa dopo un periodo che l’ha visto ridimensionare drasticamente fatturato e posti di lavoro (chi scrive ne sa qualcosa n.d.r.), quanto possono essere utili i Social Network agli addetti ai lavori?
Possiamo immaginare che una casa per la vita si scelga su Facebook?

Il binomio immobiliare e Social Network ha, in Italia, un precursore davvero esperto che ha saputo, negli anni, coniugare la professionalità con la simpatia e la socialità virtuale.
Abbiamo quindi pensato di chiedere questa ed altre curiosità a Giuliano Olivati.

 

D – Da quanto tempo utilizzi i Social Network e perché li usi?

R – Domandone! Facebook credo dal 2007, Twitter dal 2009 (ma per un anno l’ho lasciato in sonno perché non capivo come cavolo usarlo), poi sono arrivati gli altri.
Perché li uso? Impossibile farne a meno, a meno di non voler vivere nascostamente nel giardino di Epicuro. Oggi tutto è social e sta sui social, persino le suore di clausura sono social, che è un po’ come la quadratura del cerchio.

D – Fai un uso dei Social Networks più personale o professionale?

R – Non esiste questa distinzione per un agente immobiliare, che per definizione è in piazza, partecipa alla vita della comunità, si interessa del sociale e di politica… oggi la piazza del paese si è trasferita sul web 2.0. Da piccoli noi baby boomers giocavamo come scugnizzi nei cortili dei condomini, oggi i cortili si chiamano Facebook e Twitter.

immobiliare e social - interazione necessaria - SocialWebMax

Immobiliare e Social, un binomio possibile e necessario.

D – Immobiliare e Social, quanto l’uso di questi ultimi ha influito ed influisce ogni giorno nella tua professione?

R – Non esiste per me una soluzione di continuità tra online e offline, oggi siamo sempre online, soprattutto su Twitter, flashando i momenti importanti della giornata, anche professionale (sulla mia lapide scrivete: @olivati). La mia è una filosofia di vita “mattona”, per me tutto è sempre case-case-case, e questo sia quando lavoro che quando mi riposo o vado a fare un giro la domenica postando le foto.
Altra passione ottima per essere veicolata su Twitter è la politica, che si coniuga con l’immobiliare attraverso l’urbanistica. Le case con la loro forma, altezza e densità, la loro disposizione a formare i piani di lottizzazione e i quartieri, le strade che le collegano, i servizi, il verde urbano: questa è la qualità della vita percepita dai cittadini. Un’urbanistica sana rende sana la vita e la mente della gente, un’urbanistica sbagliata porta tutto fuori fase (pensiamo alle Vele di Scampia, non hanno creato certo loro la criminalità endemica ma ne fanno da habitat ideale).

D – Oltre 19.000 followers su Twitter, oltre 600 followers e più di 1milione di visualizzazioni su Google+, poco meno di 5.000 amici su Facebook, quasi 200 followers su Pinterest. Cos’hai contro Instagram? Scherzi a parte… quale preferisci e perché?

R – Hai dimenticato i 295 che mi seguono su FB oltre alla platea degli amici, eh! 🙂
Sulle differenze tra i social si possono fare tante tesi di laurea.

  • Facebook è la madre di tutti i social e senza non sarebbero venuti gli altri (anche se non fa figo ricordarlo). FB è come Rai Uno, nazionalpopopolare e lì sopra li becchi tutti, dalla casalinga (inquieta) di Voghera al professore universitario.
  • Twitter è un social che ha cambiato il modo di pensare, parlare e scrivere e credo di conseguenza anche la struttura della rete neuronale (cervelloni, indagate), è lo stream of consciousness puntiforme della nostra vita, è il beat della nostra giornata, è un organismo sovrapersonale a struttura retiforme, nuovo stadio dell’evoluzione umana (sarebbe contento il vecchio Teilhard de Chardin). Se mi lasciassero scegliere un unico social, quello sarebbe Twitter (ma non ditelo a mia moglie, anzi #lamoglie).
  • Pinterest è visuale e femminile, e sono le donne a scegliere le case.
  • Linkedin (sono anche lì, ti eri distratto) serve sostanzialmente alla diffusione di un profilo professionale, almeno per me che non ho tempo di infilarmi nei gruppi di discussione.
  • Google+ con le sue foto gli album i tools ecc è uno strumento professionale a costo zero, del resto io sono googolato in tutto e per tutto quindi impossibile non essere G+.
  • Instagram? Vedremo, non è un po’ troppo fighetto? 🙂
immobiliare e social - Giuliano Olivati - SocialWebMax

Giuliano Olivati in azione “Social”.

D – Mi hai colto in castagna 2 volte (lo sai che dovrò linkare Wikipedia per la citazione di Teilhard de Chardin, vero?)
Il tuo sito è, in realtà, un blog nel quale proponi riflessioni, dati economici ed immobili in vendita, senza la classica “galleria” o “mappa di ricerca” che adottano quasi tutte le agenzie immobiliari. Come mai?

R – Perché il mini-portale con le animazioni in flash ha fatto il suo tempo, e oggi i blog sono il modo più efficace di realizzare una comunicazione attraverso il web. Il mio blog, www.olivati.com, usa la piattaforma Blogger di Google e ha ben due motori di ricerca in bella vista, per cui se tu digiti “trilocale bergamo condominio canarie” lo trovi.
Perché non faccio una sezione “pensierini” distinta dagli annunci commerciali? Ma perché questa distinzione non esiste, io sono un agente immobiliare professionale, vendo e affitto case e parlo di case, senza soluzione di continuità.

D – Il tuo impegno verso l’aggiornamento tecnologico e la “socializzazione” degli agenti immobiliari si traduce spesso in corsi e meeting, organizzati dalla Fiaip Bergamo (della quale Olivati è Presidente n.d.r.).
Quindi “condividi” anche quando sei offline. Non sei geloso dei tuoi segreti?

R – Ma quando mai? Insegno anche marketing e webmarketing immobiliare al corso per l’esame abilitante alla professione di agente immobiliare tenuto dalla camera di commercio, quindi sono solo felice di condividere. Alla fine quel che si riceve dagli altri è sempre almeno pari a quel che si dà.

immobiliare e social - la casa si compra sui social - SocialWebMax

Immobiliare e Social: la casa si sceglie su Facebook?

D – Sei pronto per Periscope? A quando i virtual tour in diretta nelle case?

R – Attendo l’app per Android! Però attenzione, i consumatori le case devono venire a vederle e “vivere” di persona, i video e il live streaming servono solo come antipasto per un’esperienza 3D diretta e naturale. Anche per trovare l’ammòre si può cominciare con la cam, ma poi tocca passare al caro vecchio incontro in carne ed ossa 🙂

 

Ringraziamo Giuliano Olivati per la simpatia, la disponibilità e l’analisi che ci porta a pensare che immobiliare e Social non possano più stare troppo lontani.

Agenti immobiliari in ascolto: adeguatevi!

Antlos- è italiano l'Airbnb del mare - SocialWebMax

Sono italiani e trentenni gli inventori di Antlos, il primo portale nato per mettere in contatto skipper e viaggiatori, esattamente come avviene già per case e stanze, con Airbnb.

Ancora una volta, l’Italia sa far parlar bene di sé e dei suoi giovani talenti; apprendiamo infatti, grazie all’intervista realizzata da Millionaire, che 3 ragazzi trentenni hanno avuto una brillante idea imprenditoriale in ambito “social” e l’hanno realizzata nel loro paese.

Michelangelo Ravagnan, Marco Signori e Nicola Pedruzzi, appassionati di mare e di barche, hanno fatto domanda di finanziamento all’HFarm (incubatore di Treviso) per trovare i fondi necessari alla realizzazione del loro innovativo progetto ma, temendo che la burocrazia italiana fosse troppo ardua da superare, sono partiti per Londra alla ricerca di investitori privati.

Invece sono dovuti rientrare di corsa in Patria perché HFarm aveva accolto il loro progetto ed era pronto, insieme a Club Italia Investimenti, a dare i finanziamenti necessari!

Arrivati i finanziamenti: Antlos prende forma.

Un progetto ambizioso ma, crediamo, di sicuro successo che ricalca le orme non soltanto di Airbnb ma anche di Uber e, se vogliamo, di Ebay.
Alla base c’è un concetto semplice: mettere in contatto la domanda (in questo caso i turisti che vogliono passare qualche giornata in mare e non hanno un mezzo proprio né il budget e le capacità per noleggiarne uno) con l’offerta (centinaia di skipper ed armatori disponibili ad effettuare servizi di charter ed escursioni).

Antlos, il portale social che collega skipper ed armatori con viaggiatori di mare - SocialWebMax

La home page di Antlos, come non desiderare di essere lì, in quel mare?

 

Il sito, oggi ancora in fase beta, si presenta molto attraente, con immagini di forte impatto legate, ovviamente, al mare ed alle barche; è al 100% responsive per agevolare la navigazione (quella web) da dispositivi mobili di ogni formato. Subito a disposizione dei visitatori alcune proposte di viaggio, lasciateci dire, davvero irresistibili.

Proposte charter su Antlos - SocialWebMax

La vetrina delle proposte sulla homepage di Antlos.

 

A colpo d’occhio è immediatamente disponibile, per ogni offerta:

  • la destinazione,
  • un’immagine di riferimento,
  • la foto dello skipper,
  • il prezzo al giorno o a settimana,
  • il numero di persone massime imbarcabili,
  • l’eventuale condizione “all inclusive” (laddove il prezzo includa oltre al noleggio ed allo skipper, anche il carburante, la cambusa, ed il pernottamento).

Con quel pizzico di orgoglio nazionale che si risveglia in noi italiani ogniqualvolta qualche compatriota compie un’impresa, ci sentiamo di augurare il meglio a questa nuova iniziativa imprenditoriale che unisce passione per i viaggi e per il mare, socialità, esperienze e risparmio (sempre di grande attualità).

Voi cosa ne pensate, non avete voglia di partire subito?

Elezioni USA 2016- (s)volta di Periscope - SocialWebMax

Le elezioni USA del 2008 hanno visto trionfare Barack Obama grazie ad un sapiente uso dei Social Network come Twitter, ma non solo.

Una delle trovate più innovative riguardò l’uso dei video, a tal proposito riportiamo un paragrafo dell’interessante articolo scritto da Luigi De Michele su NoLimitMarketing.it.

“Altro punto di forza della strategia di Obama, è stata la scelta di condividere contenuti video che potrebbero essere definiti come “Dietro le quinte” della campagna: periodicamente, sono stati condivisi video di Barack Obama in momenti di vita quotidiana, insieme alla moglie o insieme al suo staff. La qualità dei video pubblicati non ha uno stampo professionale, nonostante il budget lo permettesse, e la scelta di utilizzare attrezzatura amatoriale è stata ben precisa: Obama non ha voluto contrastare i caratteri di semplicità e genuinità dei video pubblicati, mostrandosi ai cittadini americani come un uomo qualunque, un cittadino come un altro. La scelta di non creare video particolarmente elaborati è stata anche dettata dalla volontà di evitare che il caricamento dei video stessi potesse essere troppo lento per alcuni utenti, che non avrebbero avuto dunque la possibilità di visualizzare il contenuto.”

Il risultato delle produzioni video nella campagna 2008 di Obama fu di 110.000.000 visualizzazioni (110 milioni, un numero impressionante) che, sommato al coinvolgimento ottenuto su tutti i Social Networks (non solo i maggiori ma anche quelli più di nicchia), portò al voto il 65% degli americani, un numero mai raggiunto dalle elezioni del 1908, ed alla Casa Bianca il primo cittadino afroamericano della storia.

Il celebre tweet con cui Barack Obama annunciò la vittoria e ringraziò i followers. SocialWebMax

Il celebre tweet con cui Barack Obama annunciò la vittoria e ringraziò i followers.

 

Elezioni USA 2016, sarà la volta di Periscope?

Anche per le elezioni del 2016, i Social si preannunciano centrali nelle strategie di marketing degli Staff: ecco il tweet con cui ieri Hillary Clinton ha annunciato la sua corsa alla Casa Bianca.

Hillary Clinton annuncia su Twitter la sua candidatura a presidente USA. Userà anche Periscope? - SocialWebMax

Hillary Clinton annuncia su Twitter la sua candidatura a presidente USA. Userà anche Periscope?

 

Vista l’enorme curiosità che sta destando il nuovo Social Network, Periscope, che consente la trasmissione e la visione di video in streaming da dispositivi mobili, viene da pensare che più di un candidato farà tesoro dell’esperienza Obama e punterà su video backstage per emozionare e coinvolgere l’elettorato, mostrandosi in diretta e senza (apparenti) filtri o suggeritori.

Persicope consentirebbe di comunicare in diretta usando il mezzo più emozionante ed incisivo, il video, attraverso lo strumento che tutti gli americani portano sempre con sé: lo smartphone.

Sempre Hillary Clinton ha cominciato subito a puntare sulla comunicazione emozionale, diffondendo su Youtube un video di grande impatto mediatico.

Appare dunque scontato l’uso che i candidati faranno delle immagini e dei video, probabilmente utilizzando i media non tradizionali, che consentono anche di targettizzare i messaggi a seconda del pubblico al quale ci si rivolge, sapremo presto se lo faranno anche utilizzando Periscope.

Stiamo a guardare… dal periscopio.

E voi, che ne pensate?

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